di Maria OrzaMarley's_Ghost_-_A_Christmas_Carol_(1843),_opposite_25_-_BL

Era il 24 dicembre, la gente si preparava per l’indomani, il giorno di Natale. I bambini non vedevano l’ora di scartare i regali ma un’anziana parrucchiera, la signora Maria nel paese di Fosdinovo, non la pensava come gli altri.

Maria era una signora molto severa che pretendeva dalle sue dipendenti massima serietà e precisione, senza mai accettare alcun piccolo cedimento.

Tutte le sue dipendenti, tranne una, la odiavano. Non sopportavano il fatto che fosse così dura e spesso poco comprensiva.

Costei si chiamava Esmeralda, un tempo erano amiche per la pelle, poi la loro amicizia si era affievolita sempre di più, ma lei provava ancora tenero affetto per la signora Maria.

Erano le 19:30, era l’ora di chiudere il negozio per ritornare a casa e aspettare i regali.

– Buona serata, ragazze!

– Buona serata a tutte – rispose Esmeralda alle parrucchiere.

– Buona serata anche a te, Maria.

– Sì va bene, grazie, ora puoi andare – rispose Maria con tono arrogante, come se non le importasse.

Fece la strada di tutti i giorni per ritornare a casa.

Si intonavano canti di Natale, c’erano alberi che si illuminavano, bambini che giocavano con la neve fresca.

Mentre la signora Maria passava di lì, pensava: “Mah, che ci trovano tutti in questa festa stupida?”

Tornata a casa, si sedette sulla sua poltrona con una tazza di tè caldo fra le mani.

Ma aveva una strana sensazione, come se qualcuno la stesse guardando.

Alzò gli occhi e vide che il lampadario si stava muovendo.

– Cosa sta succedendo?

A un certo punto tutto intorno a lei tremò, il tavolo, le sedie, il suo bicchiere…

Vide spuntare dalla porta lunghe catene con un intrico di pettini, spazzole e pennelli.

Poi apparve una signora che aveva il corpo fasciato da catene.

– E tu cosa ci fai qui? – disse Maria spaventata

– Non dovresti essere morta da un pezzo?

– Aaaaah stai zitta, non parlare. Sono Daniela, una tua vecchia cliente, ti ricordi, eh?

– Santo cielo, certo che mi ricordo di lei, ma io…

– Zittaaaaa… non devi parlare, ascoltami bene, questa notte ti verranno a trovare nel sonno tre fantasmi, quello del tuo passato, del tuo presente e del tuo futuro.

Svanì nel nulla e lei si ritrovò nel letto. Fece un sorriso, convinta che fosse solo un incubo, quando improvvisamente vide una scia di vari colori per terra che si dilungavano, così scese dal letto per vedere da dove provenisse.

– Ehi!

Maria fece un salto per la paura. Chi aveva parlato era uno strano ragazzo, con un pennello da tinta in mano dal quale gocciolavano vari colori come il bruno, il biondo, il rosso e tanti altri.

I suoi piedi non appoggiavano a terra ma lui era sospeso per aria.

– Io sono il fantasma del tuo passato, dammi la mano!

– Non vorrai passare dalla finestra, vero? Io non so volare!

Agitò il suo pennello magico e a un tratto i colori lo spinsero in aria così da farla volare.

– Dammi la mano – disse Passato.

– Wooooo…aaaaa – stavano volando veloci.

Partirono per la città nativa di Maria.

– Ehi, la mia scuola, la mia città…

– Ora ti porto dentro la tua scuola…

Entrarono nel laboratorio di parrucchiera, Maria e i suoi compagni stavano facendo delle meches mentre la prof. raccontava alcune cose e spiegava.

– Quanti bei ricordi…- disse Maria con aria entusiasta e pensierosa.

Era con le sue compagne, parlava e scherzava mentre lavorava.

Non vedeva l’ora di ritornare a casa per preparare le valigie e partire per la Puglia dai suoi parenti. Per un attimo il fantasma le fece vedere quando Maria era ancora la migliore amica di Esmeralda.

– La mia Esmeralda… Quanto mi manca, ti prego, non voglio più vederlaaaa!

Così scomparve e lei si ritrovò nel letto che dormiva. Si svegliò di colpo – Che incubo, se ne sono andati?

Vide una porta luminosa che si spostava da una parte all’altra, incuriosita si avvicinò e sentì il rumore di phon e caschi. Entrò e vide una persona voltata dalla parte opposta.

– Oh, chi si vede! Io sono il fantasma del tuo presente –

Anche lui, come gli altri fantasmi, era molto particolare… Se ne stava seduto su una poltrona da parrucchiera altissima in un salone dove phon, caschi e spazzole si muovevano automaticamente.

Aprì un portale dal quale le mostrò tutto quello che stava accadendo in quel momento.

– Beh, e allora, cosa c’entra questo?

– Guarda bene e poi capirai.

Vide Esmeralda che stava preparando da mangiare con i suoi parenti .

– Come vorrei che ci fosse anche Maria, come i vecchi tempi…- Maria si fermò un attimo a pensare a Esmeralda e al suo passato.

– Dai, vedrai che se la starà spassando, poi lei è felice così.

La signora Maria ci rimase un po’ male e vide che a nessuno importava di lei.

– Ora capisci?

– Sì…- rispose Maria con le lacrime agli occhi.

– Ma ho sempre fatto tutto per gli altri e perché dovrei essere ripagata così?

– Pensa bene a quello che fai.

– Ti prego non ne voglio più sapere, riportami a casa.

Così la riportò subito a casa, e come sempre si ritrovò a letto, con le gambe rivolte verso il pavimento.

– È davvero così che mi vedono le persone? Non voglio, devo cambiare assolutamente, chissà cosa mi succederà nel futuro…

Apparve così la sosia di Esmeralda, vestita dark, con i capelli lunghi e davanti al viso, neri come le tenebre con uno shatush viola acceso, vestita di nero e borchie appuntite.

– La tua prepotenza ha trasformato Esmeralda in una persona davvero maligna, sei pronta per vedere il tuo futuro? – disse con voce cupa e spettrale.

– Sì, sono pronta.

Si aprì un varco e un vento velocissimo le portò in una via buia e isolata. C’era all’angolo di un negozio chiuso e sbarrato, una persona anziana, incappucciata per il freddo con un bicchiere in mano e le dita cadaveriche. Il viso non si vedeva perché aveva un cappello che le copriva la faccia.

– No, no, non dirmi che sono io! – urlò disperata.

– Sì, sei proprio tu, nessuno è venuto più a farsi i capelli nel tuo negozio e le tue dipendenti si sono licenziate, così tu sei andata in fallimento e hai dovuto chiudere il negozio per i pochi soldi che avevi e le tante tasse da pagare. Perciò ti sei ritrovata così (indicò con la mano la signora che faceva l’elemosina).

– E Esmeralda che fine ha fatto?

– Vieni, ti faccio vedere.

La portò in un negozio di parrucchiere dove erano accese le luci dell’insegna e si sentiva la musica da metri di distanza. All’interno c’era Esmeralda con le dipendenti che si erano licenziate, lei era diventata titolare e non era più quella di una volta.

– Ma cosa ci fa Esmeralda in un altro negozio con le mie dipendenti?

– Ha aperto un negozio tutto suo e come vedi ha fatto successo. È diventata perfida e antipatica proprio come te.

– Aveva proprio ragione Maria a comportarsi così, chissà dov’è? Ahahahah, non mi interessa, povera vecchia.

Sentirono parlare Esmeralda e Maria rimase sconvolta.

– No, no ti prometto che cambierò, non può andare a finire così, non lo posso permettere, voglio morire pensando al bene che ho fatto, ti prego non farmi vedere più niente, voglio tornare a casa e cambiare tutto di me.

– Spero che ti sia stato di lezione, ricorda che ogni cosa che fai ora resterà per sempre.

– Grazie, ne terrò conto.

Cadde dall’alto verso il letto, ormai era mattina e lei, presa dall’entusiasmo, si vestì di fretta. Uscì di casa per comprare dei regali per le sue dipendenti e una cosa molto speciale per Esmeralda. Prima di tutto aumentò lo stipendio a tutte, poi sapendo che a Esmeralda piacevano i libri, le comprò l’ultimo della sua serie preferita.

– Buongiorno a tutti! E Buon Natale!

– Stai bene? Cosa ti è preso?

– Questo è per te, questo è per te, questo è per te e questo è per te, Esmeralda – consegnò tutti i regali alle sue dipendenti e per ultima a Esmeralda.

– Grazie, davvero, non so cosa ti è preso però ti ringrazio, veramente, ti voglio tanto bene – si abbracciarono.

– Ora siete invitati tutti a casa mia!

Applaudirono tutti e andarono a casa sua. Quel Natale rimase nella mente di tutti. Maria cambiò totalmente e non ritornò mai più alle sue vecchie maniere.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *