Mese: gennaio 2016

Le storie dipinte

Insieme all’insegnante di Lettere, abbiamo reinventato in classe le storie di dipinti famosi. Io ho pensato di riscrivere la vicenda di Cecilia Gallerani, ovvero la “Dama con l’ermellino”, dipinta da Leonardo da Vinci fra il 1488 e il 1490.

 

LA DAMA CON L’ERMELLINO, LEONARDO DA VINCI

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di Maria Orza

Ogni mattina, una fanciulla di nome Cecilia Gallerani, proveniente da una ricca famiglia, passeggiava sulle rive del Gargano, a Peschici.

Era una ragazza colta, ingenua e di bell’aspetto.

La conoscevano tutti in paese ed era molto amata, soprattutto dai giovani, ma a lei non interessava, amava solo stare in mezzo alla natura e leggere.

Le piaceva passeggiare sulla spiaggia al mattino presto, il rumore dell’acqua salata del mare che sfiora la sabbia dorata, il sole che accarezza la superficie, i toni caldi dell’alba e la brezza che sussurra alle orecchie.

Una mattina, mentre passeggiava come al solito, un ragazzo che da molto tempo la guardava, le si avvicinò pian piano.

– Salve.

– Salve, vi conosco?

– No… ma da molto tempo vi osservo tutte le mattine, siete molto affascinante, lo sapete. Mi piacerebbe portarvi in un luogo bellissimo, fidatevi di me…

– Non saprei, non vi conosco…

– Ve ne prego.

– Va bene, però devo fare presto ritorno.

– Certo, non ne dubitate.

Il giovane Guglielmo la portò in un posto che la fanciulla non aveva mai visto, lontano dalla spiaggia, ma molto bello. Era un giardino fiorito, ben curato, con bellissime sculture e opere d’arte.

– Vi piace?

– Stupendo! Adoro posti come questo.

– Lo sapevo, per questo vi ho portata qui.

– Ma è vostro?

– Non esattamente.

– Come?

– Io sono Guglielmo, il garzone di bottega del pittore Leonardo da Vinci, di sicuro lo conoscete.

– Certo, lo conosco, un tipo strano ma mi piacciono molto le sue opere.

– Venite con me, ve lo farò conoscere.

– Va bene.

Dopo che il ragazzo le presentò il grande artista, tornarono alla spiaggia e si salutarono.

La mattina dopo si incontrarono di nuovo e la fanciulla, incuriosita, chiese al ragazzo di riportarla al giardino.

Quando arrivarono, Leonardo mostrò i suoi dipinti a Cecilia e le raccontò la loro storia.

Dovete sapere che Cecilia era sempre accompagnata da un simpatico ermellino. Questo incuriosì molto il ragazzo, e gli venne in mente di ritrarla.

– Vi andrebbe di fare la modella?

– Perché?

– Sapete, la vostra immagine mi incuriosisce, mi piacerebbe dipingervi con il vostro ermellino insieme a Leonardo.

– Acconsento.

I genitori di lei non sapevano nulla, però da tempo avevano notato che la fanciulla era diversa, era molto più felice e spensierata, cosa che non succedeva da tempo.

Ogni tanto le chiedevano cosa le stesse succedendo e da dove provenisse tutta la sua allegria.

Lei rispondeva sempre allo stesso modo, negando che le fosse capitato qualcosa di speciale.

Non voleva dir loro cosa stesse succedendo per il timore che non l’avrebbero più fatta uscire.

Il giorno dopo andò da Leonardo da Vinci accompagnata dal garzone e si preparò per essere dipinta.

Ogni mattina fece la stessa cosa, per un anno intero.

Passavano i giorni e l’opera prendeva forma.

Cecilia parlava molto con il ragazzo ed erano diventati quasi migliori amici.

Era attratta da lui e anche lui lo era.

Arrivarono al punto di fidanzarsi, ma tutto all’insaputa dei genitori della fanciulla.

– Perché non glielo dite? Forse approverebbero.

– No, ho troppa paura.

Un giorno però la ragazza decise di rivelare ai genitori tutta la verità e restò veramente sorpresa dalla loro reazione.

– Perché non ci hai detto niente? Siamo felici che tu abbia trovato qualcuno che sappia renderti felice, figlia nostra.

– Grazie, pensavo al peggio, ecco perché non vi ho detto niente…

Dopo un anno il quadro era finito, ed era splendido.

Decisero di esporlo al matrimonio di Cecilia e di Guglielmo, il ragazzo che era riuscito a cambiare la fanciulla.

 

La Venere addormentata, Giorgione

Io ho scelto di riscrivere la storia della cosiddetta “Venere dormiente”, dipinta da Giorgione nel 1507-1510.

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di Kimberly Mena

Ero seduta di fronte alla mia casetta di campagna, tranquilla vedevo il paesaggio e aspettavo la pioggia. Faceva molto caldo e non vedevo l’ora di sentire il picchiettio della pioggia rinfrescante che cade. Dopo tanto aspettare, mi alzai e iniziai a raccogliere i frutti del mio giardino. Poco dopo, si scurì e andai a dormire. Molta gente passava vicino a casa mia, ma mi ero affezionata a un pittore, lui era molto dolce con me e ogni volta che passava nelle vicinanze della mia casa, gli offrivo o dell’acqua o della frutta appena raccolta. Lui ne era felice e si notava, per me era un semplice amico ma non mi sarebbe dispiaciuto se fossimo stati altro. Veniva, perlopiù, per dipingere il bellissimo paesaggio di fronte casa mia e per gli esotici animali. Quella notte cadde la pioggia e rinfrescò ogni cosa: vivevo da sola in una casa moderatamente grande, i miei genitori se ne erano andati in un altro paesello a vivere da soli, così sarei potuta diventare indipendente; avevo appena compiuto sedici anni e un uomo doveva prendersi cura di me.

Erano trascorsi due giorni e “il pittore” non era ancora venuto mentre io lo aspettavo. Lo chiamavano Giorgione, i suoi genitori erano morti di un male misterioso, ma lui non approfondiva mai l’argomento. Mi accorgevo che al toccare quella conversazione diventava triste, silenzioso e malinconico. Aveva quasi trent’anni e la sua passione per la pittura era iniziata da piccolo. Dopo tanto aspettare, ritornò a casa mia. Mi si illuminarono gli occhi, gli corsi incontro e gli chiesi per quale ragione non fosse piu passato, lui rimase in silenzio. Gli chiesi il perché di nuovo e solo abbassò la testa e disse che i soldi per la casa non bastavano e se non avesse dipinto un’opera che sarebbe diventata celebre avrebbe dovuto cambiare città.

Mi venne da piangere ma solo dissi, “se te ne vai sei morto per me” ed entrai in casa piangendo. Passarono i giorni ed ero stanca di aspettare, pensai che se ne fosse andato. Era una giornata nuvolosa e aspettavo la pioggia che ancora non era caduta. Mi sentii accaldata e mi tolsi i vestiti, già che non passava nessuno. Stesi sul prato un telo bianco e un cuscino coperto da un drappo rosso per potermi sdraiare. Mi venne molto sonno e decisi di addormentarmi per un’oretta. Mi svegliai e vidi Giorgione con una tela davanti mentre finiva il suo dipinto. Appena lo vidi mi alzai imbarazzata e mi coprii, andai verso di lui per dargli uno schiaffo ma lui mi fermò e cercò di spiegare mentre il sole calava. Dopo essermi calmata, mi sedetti e iniziammo a parlare del suo trasferimento e gli dissi che mi mancava e mi sarebbe mancato. Lui mi disse che se avesse venduto quel suo quadro non avrebbe dovuto trasferirsi. Dopo quella chiacchierata il giorno dopo passò e mi disse tutto quello che provava per me ed io anche e ufficialmente ci fidanzammo. Pochi giorni dopo riuscì a vendere il quadro per molti denari ma decise di lasciare la sua casa e venire a vivere insieme a me e mettere il denaro da parte per un futuro insieme.

 

 

On stage!

In classe abbiamo studiato insieme all’insegnante di Lettere il lessico relativo al teatro, le linee principali di storia del teatro e le differenze fra il linguaggio teatrale e quello cinematografico. Ecco alcuni dei nostri lavori!

Le differenze fra linguaggio teatrale e cinematografico (di Kimberly, Emily, Nicole)

 

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Il linguaggio del teatro (di Valentina, Selene, Giorgia)