Mese: maggio 2018

Do you use #GoogleHangouts?

Giada, una nostra compagna di classe, si è infortunata! Dopo aver realizzato che avrebbe dovuto restare a casa con un piede fasciato, abbiamo deciso di organizzare delle videolezioni per permetterle di non restare indietro e poter partecipare ugualmente agli esami di fine anno. Così, ogni mattina ci colleghiamo con lei tramite Google Hangouts, il servizio di messaggistica istantanea e di VoIP di Gmail. Durante la lezione può partecipare attivamente, collegata col proprio pc, e persino…. essere interrogata…!

Ecco alcune immagini che abbiamo scattato ieri pomeriggio, durante le lezioni di scienze.

Giada segue la lezione di scienze in videocall.
Ed ecco Giada, collegata con il suo pc.

Giallo, thriller, noir… I nostri racconti

Dopo aver letto in classe alcuni brani tratti da celebri libri gialli e noir, in Prima Triennale abbiamo provato a scrivere un racconto!

 

DELITTO A 190 METRI DI ALTEZZA

di Rita

Era una serata tranquilla, l’agente Smith e il suo collega Adam decisero di andare a cena fuori e partecipare all’inaugurazione di un nuovo ristorante.

Il proprietario era il signor Keller, un ricco imprenditore miliardario; era diventato molto noto grazie alla catena di ristoranti che aveva aperto in tutto il mondo.

Alle ore 20:00 il Signor Smith, il collega Adam e sua figlia Adele, si recarono al grattacielo più famoso di Tokyo, dove si svolgeva l’inaugurazione, una magnifica opera architettonica alta 190 m.

Il Signor Smith è americano. Si era trasferito a Tokyo 5 anni fa con la moglie, ma la signora Smith è sparita da 3 anni; di lei non si è mai saputo più nulla, mentre invece il signor Adam è divorziato dalla moglie, e nel fine settimana ha sua figlia Adele con sé. Adele è una studentessa del 4º anno, e non ha mai dato nessun tipo di problema ai genitori.

Quella sera tutti erano vestiti in modo molto elegante, il signor Keller era una persona molto apprezzata a Tokyo…

Alle 21:00 ebbe inizio un piccolo aperitivo, e il Signor Keller fece un discorso accompagnato da un brindisi.

Alle 22:00 l’assistente, nonché braccio destro del signor Keller, Fugiwara, fece accomodare tutti i presenti per poter brindare anche lui all’amico.

E dopo aver versato due bicchieri, uno per lui e un altro per Keller, disse:

“Questo brindisi lo faccio per te, amico mio, in nome di tanti altri giorni come questo.”

Tra un applauso e un altro si spensero le luci, e dopo pochi secondi di totale buio si riaccesero.

Appena si fece di nuovo luce, apparve una tragica visione:  il corpo del signor Keller era disteso a terra con un pugnale fra le scapole.

Il panico regnava sovrano e solo dopo l’arrivo della polizia e degli elicotteri, tornò un po’ di calma.

Tante pattuglie sorvegliavano il palazzo, nessuno poteva entrare o uscire, e gli elicotteri sorvolavano su tutta la zona.

Erano le 00:00, la polizia era arrivata alle 22:45, e i dubbi erano tanti.

Nessuno poteva sapere se l’assassino fosse scappato oppure no, il mistero aumentava ogni minuto che passava.

L’investigatore Smith e il suo collega Adam cercavano di capire qualcosa di quel tragico accaduto.

La bellissima figlia di Adam prese sonno su un divano poco vicino all’angolo bar, e Smith decise di interrogare alcune persone.

Nessuno di loro aveva a che fare con il signor Keller, pare che egli non avesse nessun nemico a Tokyo, eppure quella sera era stato assassinato…

Così Smith decise di interrogare l’assistente della vittima e disse:

“Signor Fugiwara, lei era il braccio destro del signor Keller, sa se avesse qualche nemico qui a Tokyo?”

Fugiwara con voce tremolante rispose: “No, ispettore, non che io sappia..”

L’assistente Adam alzandosi dal divano disse:

“Eppure l’hanno ucciso… Sarà una lunga notte.”

Alle ore 01:00 vennero mandate via molte persone già interrogate, ognuna di loro conosceva il signor Keller per essere una persona molto famosa e di animo buono, ma nessuna di loro aveva mai parlato con lui.

Quella stessa sera la polizia fece un’analisi sul coltello, ma non venne fuori nulla.

L’ispettore Smith diede ordine ad Adam di fare un’indagine sul signor Fugiwara perché sembrava un individuo sospetto… Molto sospetto.

Alle ore 03:00 stava ancora andando via gente, e poi accadde un fatto.

Il signor Fugiwara era sparito. L’ispettore Smith tramite la radio della polizia esclamò: “A tutte le unità di terra, controllate ogni uscita, il signor Fugiwara, il braccio destro del signor Keller, è sparito.”

All’improvviso venne avvistato da un cane della polizia: Fugiwara si era intrufolato in un passaggio segreto della cucina, in questo modo sarebbe uscito inosservato.

Nel frattempo, Adam, porta all’ispettore Smith ciò che ha trovato sul signor Keller.

“Ispettore! È urgente! A quanto pare la vittima era rimasta orfana di madre e padre ed aveva ereditato la fabbrica di famiglia. Però era uno chef, e per questo ha aperto tantissimi ristoranti in giro per il mondo.”

L’investigatore Smith rispose: “Be’, ecco spiegato perché era miliardario, ma adesso parlami di Fugiwara.”

Adam riprese parola e disse: “E’ questo il punto, il signor Fugiwara era il braccio destro del padre del signor Keller! Fu messo alle strette senza poter agire in nessun modo, perché il signor Imar Keller si prese la parte del signor Fugiwara.

Da allora sono passati 30 anni, e per 30 anni il signor Keller è cresciuto con Fugiwara.”

Alla fine del discorso, Fugiwara fu portato dall’ispettore.

Smith iniziò a fare domande al presunto assassino. Chiese: “Va bene, signor Fugiwara, adesso mi dica, perché l’ha ucciso?”

Il presunto assassino rispose: “L’ho fatto per la mia famiglia! Suo padre era mio socio in affari più di 30 anni fa. Avevamo il 50% entrambi, ma per via delle sue grandi conoscenze e per la sua grandissima  sete di potere, mi fece fuori.

Ebbe di diritto il mio 50%, cioè la parte che mi spettava, ed io con una moglie e un figlio rimasi per strada.”

L’ispettore Smith ribatté e rispose: “E così per 30 anni ha badato ad un piccolo orfano miliardario di 10 anni senza aver nessun interesse per la sua ricchezza e i suoi beni… Gli avete fatto da tutore; avete fatto di tutto per fargli accumulare il doppio di quello che Keller già possedeva, e poi l’avete ucciso.

Non avendo nessun familiare, sarebbero passate tutte le sue ricchezze e tutti i suoi beni nelle vostre mani dalla sera alla mattina, visto che siete voi il suo braccio destro, nonché complice in ogni sua mossa.”

Adam, con un tono di voce molto sicuro , disse: “Direi che il caso è chiuso, signor Fugiwara, lei è in arresto, portatelo via.”

L’ispettore, rivolgendosi al suo braccio destro, disse: “Guarda l’orario Adam, sono le 5, la notte è volata.”

Adam rispose: ”E’ vero signore, è stata una notte molto movimentata e piena di colpi di scena.”

L’ispettore disse: “Già amico mio, il mondo è sempre pieno di sorprese.”

E così il signor Fugiwara venne arrestato, e ovviamente non ebbe nulla, tutti i beni del signor Keller andarono a case di beneficenza… a persone che ne avevano davvero bisogno.

 

     Notte di terrore a Milano

di Valentina

Michelle è una ragazza solare, dolce e gentile. Si è trasferita da poco a Milano con i genitori e il fratello maggiore Mirko.

Era la mattina del 5 maggio, e come tutte le mattine, Michelle si era alzata dal letto per andare a scuola.

Davanti al cancello del liceo, incontrò la sua migliore amica Beatrice, che appena la vide le saltò in collo e cominciò a cantare “tanti auguri a te…”, mettendola in imbarazzo davanti a tutta la scuola.

Poco dopo si sentì toccare la spalla e si voltò, vide Alessandro, il suo ragazzo, che in mano aveva un mazzo di rose rosse e  una lettera. Al suo sguardo iniziò a sorridere e divenne tutta rossa.

Dopo scuola andò a casa e si preparò per andare a ballare con Beatrice, Alessandro e suo fratello Mirko. Qualche ora dopo entrarono dentro la discoteca e ballarono, cantarono fino a perdere la concezione del tempo. Michelle si allontanò dal suo gruppo per qualche minuto e successe l’impossibile…

I ragazzi non vedendola si preoccuparono, per di più non rispondeva al telefono. La cercarono per tutta la città e non la trovarono, fino a quando un urlo straziante richiamò la loro attenzione… Si voltarono e videro una signora che scoppiò in lacrime alla vista del corpo senza vita  di una ragazza così giovane. Mirko riconobbe la sorella… rimase lì a guardarla attonito,  senza dire niente, dentro i suoi occhi c’era il vuoto, non sapeva cosa pensare, era come se il mondo non avesse avuto più un senso, come se lui si fosse spento insieme a sua sorella. Gli amici rimasero sbigottiti e iniziarono a piangere.

La signora, dopo essersi ripresa, chiamò la polizia e raccontò l’accaduto. Dopo 10 minuti arrivò l’ispettore Johnson e guardò con desolazione la scena del crimine.

Si avvicinò a Mirko e gli chiese: “Quanti anni aveva… tua… sorella?”  Senza distogliere lo sguardo dal corpo rispose: “Oggi era il suo sedicesimo compleanno… era elettrizzata all’idea di passare una serata con noi… e be’, non è finita nel modo in cui ci aspettavamo.”  L’ispettore gli fece l’ultima domanda: “Dov’eri quando è morta tua sorella?”

Lo guardò negli occhi e rispose: “Eravamo in discoteca,  lei disse che si sarebbe allontanata per andare in bagno… Dopo non l’ho più vista”

Johnson capì che la scena del crimine era stata manomessa… La ragazza era stata uccisa nel bagno e per non far rinvenire tracce, l’assassino aveva trascinato il corpo due isolati oltre il luogo del delitto.

La sera, l’ispettore Jhonson, mentre era a casa a rilassarsi, leggeva il giornale e gli cadde l’occhio su quello che gli parve un indizio molto importante: Marco Malaspina, un ragazzo con problemi psichici,  era scappato dal manicomio, e girava per la città ammazzando le persone. L’ispettore scattò in piedi e andò alla centrale di polizia per fare ulteriori ricerche.

Il giorno dopo fece sapere la notizia alla famiglia della vittima e promise loro  che lo avrebbe trovato e arrestato. L’ispettore andò in giro per la città alla ricerca di questo tristemente celebre killer, ormai su tutti i telegiornali.

Dopo aver girato in mezzo a tanti quartieri, lo vide e di corsa prese la pistola e gliela  puntò alla fronte fino a quando, tutto fiero di se stesso, urlò: “In ginocchio! Mani dietro la testa!”

Dopo l’arresto di Marco Malaspina, non si ebbero più sue notizie.

Il manicomio di  Pennhurst

di Nicole

Martedì 23 novembre 1908 

Era un giorno molto strano a  SPRING CITY. Ero una nuova arrivata in questa piccola cittadina, tutti mi guardavano sospettosamente come se fossi un’intrusa. Ricevetti una chiamata dall’ispettore GEORGE GOMEZ,  mi  disse che c’era un nuovo caso urgente e stimolante. Avrei dovuto investigare sulla  signorina  ELISABETH LOPEZ. Mi occupai del caso ogni giorno da quel giorno.  Trovai un documento  molto vecchio, risaliva al 1900 e c’era scritto che la signorina Lopez era una donna astuta e molto pericolosa, con seri problemi psichici. Aveva ucciso il marito,  SEBASTIAN RULLI, con  5 colpi alla testa e una ferita da arma da fuoco al cuore, ma quello che non riuscivo a capire era dove si trovasse adesso questa donna, ero nella città giusta? Mi feci  molte domande. Presi il telefono e chiamai GEORGE NEW,  il sindaco della  cittadina,  gli chiesi:  “Ha mai notato qualcosa di strano  negli ultimi giorni?  Conosce una certa ELISABETH GOMEZ ? Rispose:  “Sì, ho sentito parlare di questa donna dalla signorina  LINDA BROWN,  la direttrice  del terribile manicomio di PENNHURST. In questi ultimi anni ha ucciso ben 30 persone. Se vuole andare a visitarlo, si trova a 40 minuti da SPRING CITY”.

 

Mercoledì  24 novembre, 1908

Mi alzai in fretta e presi il primo treno che mi portasse al manicomio di PENNHURST, per investigare su ELISABETH LOPEZ.

40 minuti dopo…

…Una volta arrivata mi ritrovai in una zona sperduta piena di insetti e soprattutto… c’era una puzza incredibile. Camminai per 15 minuti  fino ad arrivare alla porta  principale del manicomio, appena aprii la porta c’era un assembramento di persone, sembrava una giungla. Domandai a una infermiera dove potessi  trovare la signorina LINDA BROWN. Mi accompagnò fino ad arrivare dalla signorina LINDA. Percorremmo il lungo corridoio e su ogni porta c’erano antiche tracce di sangue. Tutto ciò era molto sospetto. Presi appunti su tutte le cose bizzarre che vedevo   nei corridoi. Arrivammo nel corridoio numero 45. L’infermiera mi disse: “Cammini fino in fondo  e giri a sinistra e  poi a destra e troverà una porta nera. Lì troverà la direttrice. Prima di entrare, suoni alla porta, arrivederci”.  Bussai e mi accolse la  direttrice, seduta su una poltrona di pelle nera. Mi guardava  sospettosamente e avevo  molta paura. Mi disse: “Si sieda, signorina, come si chiama?”  “Mi chiamo ANGELIQUE BOLLER, sono un’investigatrice. Sono venuta a risolvere una caso che è rimasto insoluto per molti anni…. “

“A cosa le servo io, ANGELIQUE BOLLER?”

“So che lei ha conosciuto ELISABETH LOPEZ, la grandissima criminale di  SPRING CITY, scomparsa da 8 anni. Ho bisogno che lei mi dica tutto su questa donna”.   “Ascolti molto bene, le dirò tutto,  ascolti attentamente e prenda appunti…”

ELISABETH LOPEZ  è mia sorella, la polizia ci cercava  e un tempo la nostra vita era piena di problemi. Ci nascondemmo in  Colombia  e uccidemmo più di 50 persone. Lo abbiamo fatto per denaro e per la droga. Quando abbiamo trovato ostacoli, abbiamo fatto fuori i nemici. Ricordo che ELISABETH andò in  PERU  per un incarico. Lì incontrò un modello, SEBASTIAN RULLI, era un uomo meraviglioso, ma lui non sapeva nulla della sua vita. Lei voleva avere figlie, una famiglia, ma  con la vita che faceva non poteva  rischiare. Passati 5 anni, mi mandò una foto di due belle bambine, erano bellissime e dolci, io non potevo vederle perché ero nascosta.

Passarono dei mesi e suo marito scoprì la vita che aveva mia sorella e che in verità non era una donna con un passato rispettabile.  Lui decise di andarsene. Mia sorella  prese la pistola e lo uccise, scappò con le bambine e non seppi niente di lei.  Ho saputo da poco che adesso si trova qui a SPRING CITY, ma non so dove. L’ho cercata ma niente, le bambine sono in grande pericolo con lei, quindi se vuole la posso aiutare. Mia sorella è molto pericolosa, siamo cresciute da sole perché nostra madre  ci abbandonò alla sorte. Mio padre morì  e dovevamo mantenerci, così cominciammo  con la droga. Io ora scontato la mia pena e dirigo questo manicomio.” Presi appunti e dissi a Linda che avrei fatto del mio meglio per trovarla .

Ultimo giorno del caso

Il caso doveva essere risolto entro oggi e ancora non  avevo trovato ELISABETH. Io  e la mia squadra  ci mettemmo a lavorare. Dopo alcuni importanti indizi trovammo la casa di ELISABETH. Le bambine erano sul terrazzo,  voleva  ucciderle e scappare.  Era completamente folle. Salì  sul terrazzo con Linda,  ELISABETH le disse: “SORELLA, ERAVAMO UNITE UN TEMPO, AVEVAMO TUTTI I SOLDI DEL MONDO E TU MI RIPAGHI  PORTANDO LA POLIZIA, NO, NO!” Le puntò la pistola alla testa e le sparò. Gettò le bambine dal terrazzo, ma non sapeva che lì sotto era stato disposto  un materasso. Le bambine si salvarono, ELISABETH scappò, non riuscii a prenderla, era così veloce e astuta che neanche il mio TEAM  riuscii a prenderla. Era scappata di nuovo e il caso di SABASTIAN RULLI  rimase senza che fosse fatta giustizia. Avvisammo tutti, perché ci contattassero in caso di informazioni.  Linda mi chiamò in ufficio e mi disse che sua sorella si trovava al manicomio… Uff, finalmente ora potrò risolvere il caso di SEBASTIAN RULLI .

Settembre 21, 1950

Passarono molti anni e il caso fu  risolto. Io ritornai a casa dalla mia famiglia. Smisi di essere investigatrice, era un lavoro troppo  pesante per me.  Sentii  bussare alla porta, aprii e mi ritrovai  davanti  ELISABETH LOPEZ. ”SONO RITORNATA. BANG BANG!“

FURONO LE ULTIME PAROLE DI ANGELIQUE.  LA SUA MORTE  FU ASPRA E CRUDELE .  IL 25 SETTEMBRE 1950 FU SEPPELLITA. LA SIGNORINA ELISABETH  LOPEZ E’ ANCORA IN QUESTO PAESE E UCCIDE PERSONE SENZA MOTIVO .

 

 

 

 

 

Un giorno da videomaker: il nostro territorio

In Seconda Triennale abbiamo appena concluso un progetto davvero divertente! Per imparare a conoscere il territorio in cui abitiamo, abbiamo fatto ricerche in classe con la docente di Geografia e Storia. In seguito, in piccoli gruppi, abbiamo ideato e prodotto alcuni video: armate di cellulari o macchine fotografiche, ci siamo divise i compiti. Chi ha scelto di fare la regista, chi la conduttrice. Abbiamo così mostrato in video i luoghi che siamo solite frequentare e che conosciamo meglio, presentandone i limiti (quando è stato necessario). Lo scopo infatti, fra gli altri, era anche quello di esprimere una nostra riflessione sul concetto di Benessere. Durante la proiezione del lavoro ultimato, guardando i filmati delle nostre compagne abbiamo scoperto di non conoscere affatto alcune  bellissime zone della nostra città. Ma ecco il nostro video, lascia un commento!

La promozione del salone

La classe Seconda Triennale si è dedicata all’ideazione del salone dei sogni. Divise per coppie, abbiamo immaginato di  aprire un salone e di doverlo  promuovere online. Insieme all’insegnante di Orientamento, ne abbiamo simulato l’apertura in una località scelta da noi e successivamente lo abbiamo pubblicizzato attraverso canali selezionati. Ecco alcune catture del nostro piano di comunicazione e di seguito, alcuni pdf che puoi visualizzare.

Ilaria ed Elena hanno ideato un centro estetico:

Il listino prezzi del salone di Ilaria ed Elena.
Il biglietto da visita del salone di Ilaria ed Elena.
La nostra comunicazione su Facebook e Instagram.

 

Questo è il pdf completo:

Piano di comunicazione per un centro estetico

Ecco ora alcune catture del progetto di Asia e Arlinda:

Il nostro biglietto da visita
Il frontespizio del nostro progetto.
La nostra pagina Facebook.

Ed ecco il pdf dell’intero progetto:

Piano di comunicazione per un salone di acconciatori

Buona lettura, a presto!