Il mio Canto di Natale

di Maria OrzaMarley's_Ghost_-_A_Christmas_Carol_(1843),_opposite_25_-_BL

Era il 24 dicembre, la gente si preparava per l’indomani, il giorno di Natale. I bambini non vedevano l’ora di scartare i regali ma un’anziana parrucchiera, la signora Maria nel paese di Fosdinovo, non la pensava come gli altri.

Maria era una signora molto severa che pretendeva dalle sue dipendenti massima serietà e precisione, senza mai accettare alcun piccolo cedimento.

Tutte le sue dipendenti, tranne una, la odiavano. Non sopportavano il fatto che fosse così dura e spesso poco comprensiva.

Costei si chiamava Esmeralda, un tempo erano amiche per la pelle, poi la loro amicizia si era affievolita sempre di più, ma lei provava ancora tenero affetto per la signora Maria.

Erano le 19:30, era l’ora di chiudere il negozio per ritornare a casa e aspettare i regali.

– Buona serata, ragazze!

– Buona serata a tutte – rispose Esmeralda alle parrucchiere.

– Buona serata anche a te, Maria.

– Sì va bene, grazie, ora puoi andare – rispose Maria con tono arrogante, come se non le importasse.

Fece la strada di tutti i giorni per ritornare a casa.

Si intonavano canti di Natale, c’erano alberi che si illuminavano, bambini che giocavano con la neve fresca.

Mentre la signora Maria passava di lì, pensava: “Mah, che ci trovano tutti in questa festa stupida?”

Tornata a casa, si sedette sulla sua poltrona con una tazza di tè caldo fra le mani.

Ma aveva una strana sensazione, come se qualcuno la stesse guardando.

Alzò gli occhi e vide che il lampadario si stava muovendo.

– Cosa sta succedendo?

A un certo punto tutto intorno a lei tremò, il tavolo, le sedie, il suo bicchiere…

Vide spuntare dalla porta lunghe catene con un intrico di pettini, spazzole e pennelli.

Poi apparve una signora che aveva il corpo fasciato da catene.

– E tu cosa ci fai qui? – disse Maria spaventata

– Non dovresti essere morta da un pezzo?

– Aaaaah stai zitta, non parlare. Sono Daniela, una tua vecchia cliente, ti ricordi, eh?

– Santo cielo, certo che mi ricordo di lei, ma io…

– Zittaaaaa… non devi parlare, ascoltami bene, questa notte ti verranno a trovare nel sonno tre fantasmi, quello del tuo passato, del tuo presente e del tuo futuro.

Svanì nel nulla e lei si ritrovò nel letto. Fece un sorriso, convinta che fosse solo un incubo, quando improvvisamente vide una scia di vari colori per terra che si dilungavano, così scese dal letto per vedere da dove provenisse.

– Ehi!

Maria fece un salto per la paura. Chi aveva parlato era uno strano ragazzo, con un pennello da tinta in mano dal quale gocciolavano vari colori come il bruno, il biondo, il rosso e tanti altri.

I suoi piedi non appoggiavano a terra ma lui era sospeso per aria.

– Io sono il fantasma del tuo passato, dammi la mano!

– Non vorrai passare dalla finestra, vero? Io non so volare!

Agitò il suo pennello magico e a un tratto i colori lo spinsero in aria così da farla volare.

– Dammi la mano – disse Passato.

– Wooooo…aaaaa – stavano volando veloci.

Partirono per la città nativa di Maria.

– Ehi, la mia scuola, la mia città…

– Ora ti porto dentro la tua scuola…

Entrarono nel laboratorio di parrucchiera, Maria e i suoi compagni stavano facendo delle meches mentre la prof. raccontava alcune cose e spiegava.

– Quanti bei ricordi…- disse Maria con aria entusiasta e pensierosa.

Era con le sue compagne, parlava e scherzava mentre lavorava.

Non vedeva l’ora di ritornare a casa per preparare le valigie e partire per la Puglia dai suoi parenti. Per un attimo il fantasma le fece vedere quando Maria era ancora la migliore amica di Esmeralda.

– La mia Esmeralda… Quanto mi manca, ti prego, non voglio più vederlaaaa!

Così scomparve e lei si ritrovò nel letto che dormiva. Si svegliò di colpo – Che incubo, se ne sono andati?

Vide una porta luminosa che si spostava da una parte all’altra, incuriosita si avvicinò e sentì il rumore di phon e caschi. Entrò e vide una persona voltata dalla parte opposta.

– Oh, chi si vede! Io sono il fantasma del tuo presente –

Anche lui, come gli altri fantasmi, era molto particolare… Se ne stava seduto su una poltrona da parrucchiera altissima in un salone dove phon, caschi e spazzole si muovevano automaticamente.

Aprì un portale dal quale le mostrò tutto quello che stava accadendo in quel momento.

– Beh, e allora, cosa c’entra questo?

– Guarda bene e poi capirai.

Vide Esmeralda che stava preparando da mangiare con i suoi parenti .

– Come vorrei che ci fosse anche Maria, come i vecchi tempi…- Maria si fermò un attimo a pensare a Esmeralda e al suo passato.

– Dai, vedrai che se la starà spassando, poi lei è felice così.

La signora Maria ci rimase un po’ male e vide che a nessuno importava di lei.

– Ora capisci?

– Sì…- rispose Maria con le lacrime agli occhi.

– Ma ho sempre fatto tutto per gli altri e perché dovrei essere ripagata così?

– Pensa bene a quello che fai.

– Ti prego non ne voglio più sapere, riportami a casa.

Così la riportò subito a casa, e come sempre si ritrovò a letto, con le gambe rivolte verso il pavimento.

– È davvero così che mi vedono le persone? Non voglio, devo cambiare assolutamente, chissà cosa mi succederà nel futuro…

Apparve così la sosia di Esmeralda, vestita dark, con i capelli lunghi e davanti al viso, neri come le tenebre con uno shatush viola acceso, vestita di nero e borchie appuntite.

– La tua prepotenza ha trasformato Esmeralda in una persona davvero maligna, sei pronta per vedere il tuo futuro? – disse con voce cupa e spettrale.

– Sì, sono pronta.

Si aprì un varco e un vento velocissimo le portò in una via buia e isolata. C’era all’angolo di un negozio chiuso e sbarrato, una persona anziana, incappucciata per il freddo con un bicchiere in mano e le dita cadaveriche. Il viso non si vedeva perché aveva un cappello che le copriva la faccia.

– No, no, non dirmi che sono io! – urlò disperata.

– Sì, sei proprio tu, nessuno è venuto più a farsi i capelli nel tuo negozio e le tue dipendenti si sono licenziate, così tu sei andata in fallimento e hai dovuto chiudere il negozio per i pochi soldi che avevi e le tante tasse da pagare. Perciò ti sei ritrovata così (indicò con la mano la signora che faceva l’elemosina).

– E Esmeralda che fine ha fatto?

– Vieni, ti faccio vedere.

La portò in un negozio di parrucchiere dove erano accese le luci dell’insegna e si sentiva la musica da metri di distanza. All’interno c’era Esmeralda con le dipendenti che si erano licenziate, lei era diventata titolare e non era più quella di una volta.

– Ma cosa ci fa Esmeralda in un altro negozio con le mie dipendenti?

– Ha aperto un negozio tutto suo e come vedi ha fatto successo. È diventata perfida e antipatica proprio come te.

– Aveva proprio ragione Maria a comportarsi così, chissà dov’è? Ahahahah, non mi interessa, povera vecchia.

Sentirono parlare Esmeralda e Maria rimase sconvolta.

– No, no ti prometto che cambierò, non può andare a finire così, non lo posso permettere, voglio morire pensando al bene che ho fatto, ti prego non farmi vedere più niente, voglio tornare a casa e cambiare tutto di me.

– Spero che ti sia stato di lezione, ricorda che ogni cosa che fai ora resterà per sempre.

– Grazie, ne terrò conto.

Cadde dall’alto verso il letto, ormai era mattina e lei, presa dall’entusiasmo, si vestì di fretta. Uscì di casa per comprare dei regali per le sue dipendenti e una cosa molto speciale per Esmeralda. Prima di tutto aumentò lo stipendio a tutte, poi sapendo che a Esmeralda piacevano i libri, le comprò l’ultimo della sua serie preferita.

– Buongiorno a tutti! E Buon Natale!

– Stai bene? Cosa ti è preso?

– Questo è per te, questo è per te, questo è per te e questo è per te, Esmeralda – consegnò tutti i regali alle sue dipendenti e per ultima a Esmeralda.

– Grazie, davvero, non so cosa ti è preso però ti ringrazio, veramente, ti voglio tanto bene – si abbracciarono.

– Ora siete invitati tutti a casa mia!

Applaudirono tutti e andarono a casa sua. Quel Natale rimase nella mente di tutti. Maria cambiò totalmente e non ritornò mai più alle sue vecchie maniere.

 

Un nuovo caso per Giulia

di Pastorini Giulia

 

Mi ritrovai ancora una volta sulla mia poltrona turchese sorseggiando una tazza di thè al limone, osservando attentamente fuori dalla finestra i fiocchi di neve che cadevano sopra la mia macchina nera e che creavano un interessante contrasto. Me ne stavo vicino al camino, al caldo sotto una coperta di lana color tiffany. A un tratto la mia gattina Serafina attirò la mia attenzione giocando con il filo del tappeto, che appunto si era sfilato. Giusto poco dopo aver visto quella scena, il telefono squillò, così mi dovetti alzare a malincuore, spostai la coda di Serafina. Non volevo sgridarla, dato che la vedevo impegnata a cercare di togliere quel filo dal tappeto. Mi avviai nel corridoio verso il telefono che non smetteva più di squillare, pensai dentro di me a chi poteva essere. Arrivai finalmente al mobiletto dove era appoggiato il telefono e alzai la cornetta.

Dalla voce sembrava una persona che aveva appena visto un fantasma, era agitata, non si sentivano bene le sue parole, ma capii che si trattava di qualcosa di grave. Cercai di fargli qualche domanda per capire chi fosse e dove abitasse ma fu tutto inutile.

Buttai giù la cornetta e in fretta e furia chiamai la centrale di polizia dove lavoravo, detti loro il numero di telefono della persona che mi aveva chiamato, e in meno di un minuto riuscirono a rintracciarlo.

Andai in camera, mi misi la divisa più velocemente possibile, salutai la mia gattina, e nonostante la neve riuscii a far partire la macchina e andare in fretta alla centrale. Arrivai a destinazione con la camicia mezza abbottonata e una scarpa senza i lacci, che si erano sfilati rimanendo chiusi nella portiera della macchina, ma nonostante questo disordine ero pronto. Andai dagli altri poliziotti, e mi dettero tutte le informazioni che erano riusciti a raccogliere. Si trattava di una certa Lady Victoria trovata morta. Si sospettava che fosse un omicidio. La vittima era stata trovata in cucina con ben 50 coltellate in tutto il corpo e con una corda legata attorno il collo. La persona che la aveva trovata in queste condizioni era appunto la persona che mi aveva chiamato, ovvero il suo maggiordomo, Louis Tomlinson, che poco dopo aver telefonato era svenuto. Presi la macchina insieme al mio caro amico e anche bravissimo poliziotto Justin Brown e andammo sulla scena del crimine, una ricca casa di campagna.

Scendemmo dalla macchina dopo aver discusso a lungo su chi potesse essere stato a fare una cosa così atroce. Con un bel respiro entrammo e la visione fu scioccante… la crudeltà. La povera Lady Victoria in terra in una pozza di sangue. Non aveva più le unghie delle mani, perché aveva lottato per la sua vita. C’era sangue da tutte le parti, anche sul soffitto e le unghie furono ritrovate persino nella fessura di un cassetto. Lady Victoria aveva una mano quasi staccata dalle coltellate.

Vennero i medici dell’obitorio, le chiusero gli occhi verdi, che avevano perso la loro lucentezza, e la coprirono con un telo bianco, ma non servì a molto dato che poco dopo il telo divenne rosso, intriso da tutto quel sangue che ancora fuoriusciva.

Con tanta pazienza e voglia di fare ci mettemmo subito ad investigare.

Nel frattempo riuscirono a risvegliare il maggiordomo Louis. Dopo essersi ripreso andò ad avvisare tutti i servitori e i familiari tra cui il marito Howard Malik, la cameriera Taylor Shaw, il giardiniere Michael Horan, la sorella della vittima Eleonor Mendez e la migliore amica della vittima, Kayla Zedda.

Rimasero scioccate anche loro dalla notizia e chiesero giustizia ai poliziotti. La polizia e tutti gli investigatori cominciarono a fare domande alle persone che conoscevano di più la vittima. Cominciarono da Louis Tomlison, il maggiordomo.

Non disse molto, solo che l’aveva trovata morta in cucina e che poco dopo era svenuto. I poliziotti non pensarono che fosse stato lui per due semplici motivi: il primo era il suo gran cuore, per il quale era noto a tutti, il secondo era che non avrebbe mai ucciso in quella maniera efferata. Howard Malik, il marito, il maggiore sospettato, tirò subito su la testa senza neanche una lacrima. Il viso era completamente asciutto come se non avesse mai pianto. La cameriera Taylor Shaw rimase immobile, non batté nemmeno un ciglio, ma grazie all’intervento di una psichiatra riuscì a dire che il marito e Lady Victoria litigavano spesso per sciocchezze. Il giardiniere Michael Horan quel giorno non c’era, e a dire la verità mancava da una settimana circa, perché aveva problemi in famiglia. La sorella della vittima Eleonor Mendez, sapeva cosa stesse passando la sorella col marito, e disse con certezza che era a conoscenza di chi fosse stato… ma rimase zitta.

La migliore amica Kayla Zedda, aveva anche lei un’idea di chi potesse essere stato ma rimase zitta, e si mise vicino a Eleonor a confabulare.

Il poliziotto, dopo aver sentito tutte le versioni dei familiari e testimoni, incominciò a elaborare chi potesse essere stato, anche se era piuttosto evidente. Il poliziotto decise di aspettare l’analisi delle impronte digitali e di tutte le altre tracce del dna. Pochi giorni dopo arrivò il risultato e in effetti il dna non era solo quello della povera Lady Victoria, ma anche di un’altra persona sconosciuta, che non era della famiglia.

Cominciarono le ricerche per trovare l’assassino, e venne fuori il nome di un certo Liam Pain, molto conosciuto nella zona per la sua cattiva fama, già stato in carcere parecchie volte. Era stato rilasciato con cauzione da circa una settimana, ma era stata una pessima idea… cercarono di rintracciarlo: Liam Pain, età 43 anni, corporatura robusta, capelli neri, occhi sul marroncino. Lo ritrovarono in un angolo in una strada chiusa per lavori in corso ormai da mesi. Lo trovarono in uno stato pietoso: il colore della pelle era giallastro e gli occhi erano rossi con tutti i capillari scoppiati, sulla maglietta si potevano notare tracce di sangue. L’uomo era incosciente e a malapena si reggeva in piedi, notammo che aveva i pantaloni strappati e sporchi di sangue.

Chiamarono un’ambulanza e poco dopo cercarono di curarlo al meglio, anche se ormai si poteva fare poco.

I poliziotti vedendo che Liam stava per morire cercarono di passare al sodo e farlo parlare. Le poche parole che disse furono: “ L’ho uccisa io, la amavo troppo, e non volevo che continuasse la relazione con il marito, l’ho uccisa così staremo per sempre insieme su nel cielo”.

Chiuse gli occhi e se ne andò verso il cielo anche lui.

Il caso fu chiuso… un altro poliziotto disse: “Perché allora tutte le persone della casa avevano incolpato il marito?”

Lo stesso poliziotto rispose: “Paura, solo per paura di morire anche loro, sapevano chi era stato ma avevano paura. Il marito soffriva in silenzio, sapeva che prima o poi sarebbe finita così.”

Il caso fu chiuso con tanta sofferenza e tanta voglia che tutto questo non fosse mai successo. Cercammo di incoraggiare i familiari, e esausti tornammo a casa, contenti di aver risolto il caso.

Lady Victoria rimarrà sempre nel cuore di tutti.

Ritornai a casa e l’unica cosa che feci fu tornare dalla mia gattina Serafina, raccogliere i lacci delle scarpe nella portiera e sedermi su una sedia per raccontare il caso alla mia famiglia.

La maschera al cioccolato

maschera

La maschera al cioccolato è adatta a tutti i tipi di pelle, tranne quelle acneiche e comedoniche. Ha una funzione idratante, emolliente e levigante. La si può realizzare anche a casa perché il procedimento è semplice e gli ingredienti sono facilmente reperibili.

Ingredienti:

  • 3 cucchiaini di cacao amaro in polvere
  • 4 cucchiaini di panna liquida
  1. Mescolare gli ingredienti rendendo la consistenza morbida e cremosa. Eventualmente

aggiungere una quantità maggiore di panna.

2) Detergere il viso con latte detergente e in seguito con il tonico.

3) Applicare la maschera con un apposito pennello, partendo dal centro del mento fino ai lobi delle orecchie.

4) Proseguire sul resto del viso, lasciando un centimetro di spazio intorno agli occhi.

5) Appoggiare due dischetti di cotone sugli occhi e lasciare agire per 30 minuti. Per rimuovere la maschera usare delle spugnette bagnate di acqua calda.

 

di Victoria Dias Luna e Sabrina Bianca

Le nostre poesie

Ode a una dama

di Kimberly Mena Nunez

La poesia

la portò via.

Mentre camminava sul prato

dopo aver donato il cuore.

La pioggia l’aveva spenta,

dopo tanto aver pianto

il dolore rallenta

mentre finisce il suo canto.

L’ultima carezza dalla madre fu data,

senza sapere cosa sarebbe successo.

Con le lacrime agli occhi l’aveva incantata

mentre la morte prendeva l’anima in suo possesso.

 

Noi

di Valentina Tedone

Ci sono emozioni impossibili,

le vedo deteriorarsi come fossili.

Dentro i tuoi occhi soffrono rinchiuse

da dubbi e confuse scuse.

Ci siamo sempre feriti,

tu non concedi fiducia,

quanti tentativi falliti

contro il tuo orgoglio che brucia.

Continuiamo ad andare avanti

mentre il tempo ci fa stringere i denti.

Quando mi apro tu esplodi,

parli solo di ciò che odi.

Se invece tacessi un secondo

sentiresti il mio cuore agitato,

se ascoltassi il mio battito profondo

sentiresti il mio dolore soffocato,

se mi guardassi ancora una volta

ti farei leggere la mia anima;

si finge morta sepolta

e non mi regala nemmeno una lacrima.

 

 

Un ricordo indelebile

di Gabriella Cifarelli e Alessia Ruberti

Ed eccoci qua…

a osservare la vita

lenta risalita.

Ed eccoci qua,

tenendoci per mano

andremo lontano, nel mondo in cui siamo.

Capiremo di amarci

trovando un modo per distrarci.

Partendo per un lungo viaggio,

riflettendo su quello che è stato,

abbattendo le barriere del nostro passato

con l’animo incazzato.

Rit. E ci chiediamo “Quant’è bello l’amore?”

ma non sappiamo che sapore ha…

E crediamo di averlo vissuto per ore

senza nemmeno un’identità.

Ed eccoci qua

pensando alle belle parole,

ascoltando i passi del nostro amore.

Ed eccoci qua

onorando alla vita

la lunga vittoria di una lenta risalita.

Rit. E ci chiediamo “Quant’è bello l’amore?”

ma non sappiamo che sapore ha…

E crediamo di averlo vissuto per ore

senza nemmeno un’identità.

Il suono della tua voce

è il battito del mio cuore.

 

 

Futuro senza presente

di Maria Orza, Carlotta Brocchini, Amos Carnevale

C’è una ragazza in cerca del suo futuro

non sa se avrà un lavoro o ci sarà qualcuno.

A 16 anni è già stanca del suo presente

si sente già grande volando con la mente.

Un giorno tempestoso come il suo umore la portò in biblioteca

tra una pagina e l’altra iniziò a bere, e i problemi erano più chiari

sul fondo del bicchiere.

La notte scura l’occhio si appanna e si ha sempre più paura.

Ma il suo subconscio non viaggia nel futuro.

Pensieri avvelenati nascondono il cianuro.

Il suo percorso è ripido

è inquieto, oltre a se stessa ha tutta la sua famiglia dietro

un peso troppo grosso per una sedicenne ma lei ce la può fare

ne uscirà un’altra volta indenne.

Il mondo ormai si è spento intorno a lei

combatte tutto il suo sorriso

abbatterà anche gli dei.

Lei crede in se stessa

rimarrà sempre in piedi in mezzo alla tempesta.

Lei crede che ce la farà, spinge tutto oltre la sua età

contro il male il bene regnerà,

sarà sempre convinta

niente la stancherà.

NOI

di Giorgia Trafossi

Caro Marco.

Ti scrivo dal profondo del mare

nascosta dentro un giardino di corallopoesia

a riparo dagli squali

ma invisibile per le sirene.

Quando ne ho voglia

alzo gli occhi e guardo il sole

attraverso milioni

di miliardi

di metri cubi d’acqua

e finalmente

Non mi bruciano più gli occhi

 

L’amore come un fiore

di Victoria Dias Luna e Sara Selmi

Oh, l’amore

cresce come un fiore,

rossi sono i petali

colore della passione.

Scaccia tutti i mali

con momenti speciali,

regalando nuove emozioni.

Le pungenti spine

parlano per il dolore,

creando ferite

in ogni dove.

Il verde, colore della vita

rimargina ogni ferita.

Marrone diventa appassendo

come l’amore quando sta finendo.

 

Poesia

di Angelica La Fortezza e Jessica Tuvo

 

Una donna s’alza e canta

Il suo corpo ricoperto da un telo

M’innamorai della sua immagine Santa

Quando la guardavo m’immaginavo in cielo

 

Mi parlava dell’amore

Ed io passavo ore intere a guardarla

Nei suoi occhi vedevo il terrore

Nonostante tutto non ho mai smesso di pensarla

 

Due corpi distesi su un campo di fiori

Sotto questo cielo stellato

Abbracciandola non sentivo rumori

Finalmente mi sono innamorato.

 

 

Problemi di acne?

di  Angelica La Fortezza e Nicole Gallosi, seconda triennale

acne

L’acne si presenta generalmente nell’età adolescenziale e una delle cause è lo sviluppo del corpo.

L’acne si diffonde maggiormente su fronte, guance, mento e naso.

Si ricorda che l’acne non è trasmissibile.

Indicazioni:

non vanno utilizzati i fondotinta e i correttori anche se l’acne può essere coperto da vari prodotti;

-bisogna usare creme anti-acne per ridurre lo sviluppo di altri brufoli;

-è necessario pulire la pelle con il latte detergente per disinfettare meglio il viso.

Procedimento:

Per curare l’acne bisogna procedere con la pulizia del viso, che consiste nell’aprire i pori per poi estrarre i comedoni.

Bisogna pulire il viso con il latte detergente, poi va posto il vaporizzatore dinanzi il viso e azionato per un periodo specifico di tempo (in base al tipo di pelle). Poi si prende uno schiaccia-comedoni, che serve per eliminare i brufoli e i punti neri.

Infine viene utilizzato il tonico su un fazzoletto di carta posato sul viso per qualche minuto.

In caso di pelle arrossata è necessario stendere il fango per eliminare il rossore.

Consiglio:

Secondo noi estetiste l’acne si presenta mangiando cibo-spazzatura. Mangiando sano si può evitare la comparsa di acne.

Il nostro consiglio è comunque quello di tenere la pelle pulita e ben curata.

I bendaggi estetici

Avete mai sentito parlare del bendaggio del corpo o del viso?

Le bende vengono immerse in una miscela di oli essenziali con aggiunta di tonico. Attenzione, se si esegue un bendaggio viso, bisogna coprire gli occhi con, preferibilmente, abendaggilcuni dischetti di cotone, poiché se la miscela entra a contatto brucia. Successivamente le bende vengono appoggiate sul corpo. Esercitando una compressione graduale, hanno effetto drenante. Se eseguito correttamente, il bendaggio può avere anche effetto rassodante, disintossicante ed aiuta e previene la cellulite. Le bende dovrebbero essere di cotone leggero. Possono essere imbevute di principi attivi (come appunto oli essenziali) oppure possono essere usate per fasciare zone del corpo dove sono stati applicati fanghi o alghe. Questi ultimi hanno, grazie alle molte vitamine, effetti disintossicanti ideali per la cellulite. Si possono effettuare anche bendaggi salini.

Possono essere freddi o caldi. Se avete problemi di gonfiore, pesantezza alle gambe, un bendaggio freddo è quello che ci vuole, perché riduce gonfiori e rassoda pelli stanche. Ovviamente è consigliato d’estate. Se invece volete espellere più tossine e rilassarvi in una giornata invernale allora un bendaggio caldo è l’ideale, aiuta la sudorazione e a ridurre ed espellere grassi, è l’ideale per la cellulite. Se volete aggiungere un bel massaggio ben venga, ma ricordatevi: nel trattamento drenante (bendaggio freddo) il massaggio si fa prima del bendaggio per aprire le stazioni linfatiche. In un trattamento dimagrante (bendaggio caldo) il massaggio si può eseguire dopo il bendaggio.

 

di Valentina Tedone, seconda triennale

Essere noi stessi sempre?

closet-912694_960_720Con la docente di Orientamento e il docente di Matematica, oggi ci siamo ritrovati ad affrontare una questione interessante… Dobbiamo essere noi stessi sempre e in ogni contesto (famiglia-amici-lavoro), oppure dobbiamo modificare il nostro comportamento a seconda dei diversi ambienti e interlocutori?

Anche il nostro look deve essere modificato oppure possiamo vestirci sempre come più ci piace? In classe sono emerse alcune importanti questioni attraverso il dialogo.

Tu che cosa ne pensi?

Doppie punte, addio con l’olio di argan!

1359903667_fc7bf9bd31_bdi Kimberly Mena Nunez e Emily Abreu

I tuoi capelli sono pieni di doppie punte e così secchi da sembrare paglia?

Esiste un prodotto indispensabile che dona lucentezza e morbidezza ai capelli. Si tratta dell’olio di argan, il cui compito è quello di riparare il capello. Meglio applicarne però poche gocce per evitare di appesantire la vostra chioma. Sarà sufficiente strofinare le gocce con delicatezza sulle punte e sulle zone particolarmente aride dopo aver lavato i capelli.

Rimedi per i capelli secchi e decolorati

di Kimberly Mena Nunez e Emily Abreu

Hai i capelli secchi, maltrattati e decolorati?

Utilizza questo rimedio casalingo a base di: banana, latte di cocco, olio di cocco e miele. Ecco il procedimento:

-una banana in piccoli pezzi

-tre cucchiaini di latte e olio di cocco.

-due cucchiaini di miele.

Mescola gli ingredienti e frulla per un minuto circa. Pettina i capelli e separali in ciocche. Spalma l’impasto su tutti i capelli e lascia in posa per 30 minuti, meglio se dopo aver indossato una cuffia per capelli.

Le banane sono ricche di potassio, che rafforza i capelli e ne riduce la rottura. Il latte di cocco è ricco di antiossidanti e rende i capelli più voluminosi. L’olio di cocco contiene Vitamina E e acidi grassi: favorisce l’idratazione e la crescita del capello, dà lucentezza e riduce la perdita di cheratina, fornisce proprietà antibatteriche e antifunghi che aiutano a prevenire la forfora. Il miele idrata il capello e promuove la crescita dei capelli sani.

Ricorda che non bisogna mai abusare dei prodotti per i capelli. L’uso eccessivo di shampoo, lacca, gel permanente e tintura può avere effetti contrari a quelli desiderati, inaridendo, indebolendo e rendendo opachi i capelli. Il tuo parrucchiere e il tuo farmacista dovrebbero essere il tuo punto di riferimento sia per quanto riguarda il prodotto sia per le sue caratteristiche  e la sua azione.

 

 

 

Ricette del balsamo fai da te

infructescence-175417_960_720Capelli ribelli

Ingredienti:

-1 l di acqua

-40 gr di semi di lino (si acquistano in erboristeria)

Cuocere i semi di lino per 12 minuti in un pentolino, filtrare con il colino il liquido di cottura. Versare in una bottiglietta la consistenza densa pronta per l’uso. Applicarla e tenerla in posa per una decina di minuti e risciacquare.

Capelli opachi

Ingredienti:

-1 banana

-1 tazza di latte

-1 cucchiaino di olio di cocco

Frullare la banana e mescolare gli altri componenti. Dopo aver amalgamato tutto, stendere sui capelli asciutti e attendere mezz’ora, risciacquare e procedere con lo shampoo.

Capelli sfibrati

Ingredienti:

-1/2 di avocado ben maturo

-2 cucchiaini di olio di cocco (si acquista in erboristeria)

-3 gocce di olio essenziale di rosmarino (si acquista in erboristeria)

Frullare l’avocado e mescolare gli altri componenti. Stendere l’impasto sui capelli umidi e attendere 20 minuti, risciacquare e procedere con il normale shampoo.

 

di Maria Orza