Categoria: In Aula

Comunicare per immagini: Guy Bourdin

Oggi in classe abbiamo osservato e analizzato alcune fotografie del famoso fotografo francese Guy Bourdin. Il gruppo di Kristiana ha scelto di ispirarsi a due sue fotografie per simulare la realizzazione della copertina di una rivista di moda, eccole:

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Con la supervisione di Tecla Ronzoni, Ilaria ha truccato Kristiana in laboratorio:

  1. Per prima cosa, Ilaria ha preparato il viso di Kristiana detergendo la pelle con latte e tonico;
  2. In seguito, ha definito la linea delle sopracciglia utilizzando una pinzetta apposita e le ha uniformate;
  3. Ha preparato la base, dapprima correggendo le imperfezioni con un tris di correttori e un pennello apposito, successivamente stendendo il fondotinta;
  4. Sulle sopracciglia, Ilaria ha applicato un ombretto dello stesso colore per riempire gli spazi vuoti;
  5. Sull’occhio ha steso ombretti viola, azzurro e giallo sfumati in modo da creare un effetto scenico;
  6. Senza definire l’occhio con matita o eyeliner, ha applicato un mascara nero abbondante su cui ha spolverato della cipria per volumizzare le ciglia;
  7. Infine, ha applicato nuovamente il mascara.
  8. Nel frattempo, Iris, Elvira e Asia hanno eseguito reciprocamente una manicure e hanno steso sulle loro mani tre smalti diversi: rosso, fucsia e porpora.Ecco i risultati!
Kristiana prima del make up
Kristiana prima del make up

 

Kristiana e le compagne Iris, Asia e Elvira in una fotografia ispirata all'immaginario di Guy Bourdin.
Kristiana e le compagne Iris, Asia e Elvira in una fotografia ispirata all’immaginario di Guy Bourdin.

Il racconto a scuola: l’Antica Grecia

Insieme all’insegnante di Lettere, la prima Triennale quest’anno ha scritto diversi racconti ispirati all’Antica Grecia. Leggi la storia inventata da Rita e lascia un commento!

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Il piano degli dei conquistatori

Tanto tempo fa, esistevano molti dei, ma tra quelli più temuti vi erano gli dei dell’Olimpo.
L’Olimpo era la sede dove tutti gli dei vivevano in pace tra loro; tra questi c’era Zeus, il padre degli dei, degli uomini della terra e re dell’Olimpo.
Zeus aveva una moglie, Era, la protettrice di tutte le donne.
Altri dei vivevano con loro: Atena, dea della conoscenza; Afrodite, dea della bellezza; Poseidone, dio del mare…
Ogni città della Grecia aveva il proprio dio protettore, un dio da venerare e pregare.
Un giorno, Era, la moglie di Zeus, disse a suo marito: ”Mio re, sulla terra stanno succedendo frequenti episodi di maremoto e questo va avanti da diverse settimane”.
Zeus, voltandosi verso di lei, rispose: “Chiama Poseidone e digli che devo parlare urgentemente con lui”.
Poche ore dopo Poseidone arrivò sull’Olimpo e disse a Zeus: “Dimmi mio re, c’è qualcosa che non va?”.
Zeus, guardandolo bene negli occhi, rispose: “Mio caro Poseidone, sapresti dirmi perché ultimamente, sulla terra, avvengono così di frequente turbolenze marine?”.
Poseidone, sorridendo e con voce arrogante, disse: “Perché è ora che io mi riprenda ciò che mi spetta”.
Gli altri dei rimasero sorpresi.
Così Zeus ordinò alle guardie di portare Poseidone in una cella molto sorvegliata.
Nemmeno il tempo di dirigerlo verso la cella, che lui scatenò un’immensa onda anomala che travolse tutti i presenti.
Poseidone intrappolò tutti congelando loro mani e gambe.
Lui, essendo il dio del mare, con i suoi poteri poteva alterare lo stato liquido e così, poteva anche congelare l’acqua.
D’altronde era uno degli dei più potenti e riusciva a controllare uno dei fondamentali elementi naturali.
Il dio del mare, voltandosi, disse: “Tu non vieni con me?”; a quel punto Ares si fece avanti e seguì Poseidone.

Ares era il dio della guerra, nonché figlio di Zeus ed Era.
Passarono i giorni e gli attacchi di maremoto si fecero sempre più frequenti.
Lo scopo di Poseidone era far accadere sulla terra una immensa inondazione.
Zeus decise di affrontare personalmente il problema.
Fece perlustrare la terra dalle sue guardie, dicendo loro: ”Trovate il nascondiglio di Poseidone, e appena lo trovate, fatemi sapere”.
Le guardie di Zeus scesero fra gli uomini e appena atterrarono videro un enorme castello di ghiaccio; quello era il punto dove tutti gli dei atterravano sulla terra e proprio lì, Poseidone decise di innalzare il suo castello.
Zeus lo venne a sapere e andò subito dal dio del mare.
Appena si videro, i loro sguardi si incrociarono e subito dopo due potenti attacchi si scatenarono causando un’onda d’urto gigantesca.
Il potente fulmine di Zeus si scontrò con la potente onda anomala di Poseidone. Tutto il terreno circostante era ormai bagnato da un’intensa onda elettrizzata.
I due continuarono a lanciarsi potenti attacchi con i loro immensi poteri; Zeus all’improvviso venne colpito alle spalle e voltandosi vide il volto di suo figlio Ares.
Deluso, decise di tornare sull’Olimpo.
Appena giunse a destinazione vide qualcuno che attirò la sua attenzione: era la bellissima Afrodite con una guardia. Con occhio ben attento e orecchio ben aperto, vide e sentì Afrodite prendere il controllo mentale della guardia; Afrodite ordinò di condurre da lei tutto l’esercito delle guardie.
Mentre quest’ultimo aspettava, Zeus entrò e disse: “Mia cara e sensuale Afrodite, prima che la mia rabbia si scateni su di te, hai qualcosa da dirmi?”. Afrodite spiegò i suoi piani per conquistare l’Olimpo e disse: “Caro re, sempre se così posso ancora chiamarti, è stato facile persuadere la mente di due dei tuoi migliori uomini, ossia, i tuoi figli Ares e Poseidone. Personalmente credevo che sarebbe stato molto più difficile mettere in atto il mio piano, ma con l’aiuto di quei due poveri ingenui, far cadere il tuo regno sotto al mio dominio sarà un gioco da ragazzi”.
Zeus rimase in silenzio a sentire tali parole.
In quel momento entrarono Ares e Poseidone.
Questi ultimi furono anche raggiunti dal resto delle guardie; Afrodite con molta facilità prese il controllo di quasi tutte loro e fu così che la battaglia ebbe inizio.
Lo scontro fu intenso e Zeus fu messo in grande difficoltà: vide cadere ai piedi di Afrodite, poco a poco, le poche guardie che lo stavano aiutando.
Il re dell’Olimpo, preso da una rabbia immensa, utilizzò tutte le sue poche forze rimanenti per creare un ultimo e potente attacco: generò un fulmine di proporzioni immense che a sua volta esplose in tanti altri fulmini, colpendo mortalmente Afrodite.
Quest’ultima cadde a terra, facendo così svanire il controllo mentale su tutte le persone che erano presenti.
Ares e Poseidone si guardarono intorno con aria molto stupita chiedendo spiegazioni dell’accaduto a Zeus.
Il padre degli dei spiegò tutto ciò che era successo.
I due caddero in ginocchio chiedendo perdono.
Zeus, con la calma di un vero dio, mise le sue mani sulle spalle dei due, silenziosamente annuì accettando le loro scuse, e andò via.
I giorni passarono e sulla terra le persone cercavano di ricostruire la parte più alta della Grecia.
Ritornò tutto alla tranquillità e l’incubo che inflisse Afrodite rimase solo una leggenda.

Poesia a scuola: “Donna che si pettina”

Insieme alla Prof Vivarelli, oggi in classe abbiamo studiato la poesia barocca, in particolare il poeta napoletano Giovan Battista Marino (1569-1625), di cui abbiamo analizzato la poesia “Donna che si pettina“. In seguito ne abbiamo svolto la parafrasi. Ecco la versione di Elvira:

Artemisia Gentileschi, Cleopatra, 1635
Artemisia Gentileschi, Cleopatra, 1635

I tuoi capelli sembravano onde dorate

attraversate da una navicella bianca come l’avorio,

mentre con la tua mano candida, toccandoti i capelli compivi movimenti delicati e preziosi.

Dividevi le tue onde in una riga dritta,

Amore raccoglieva i biondi capelli così separati,

destinati a essere legati come catene, in trecce che tengono avvinti i polsi

di chi vorrebbe non amare.

L’immenso splendore dei capelli, mossi leggermente dalla brezza,

mostra la tua bellezza pericolosa,

e io sono destinato a morire d’amore.

In questo mare ormai non più tranquillo,

mi lascio andare nella mia tempesta, dove lo scoglio

splende come il diamante ed è prezioso come l’oro.

Comunicare per immagini, la fotografia di moda: Craig McDean

Oggi in aula abbiamo analizzato insieme alla professoressa di Lettere  le fotografie che un fotografo di moda inglese, Craig McDean, ha realizzato per Vogue. Abbiamo deciso così di ispirarci a questa immagine per creare una ‘nostra’ copertina in laboratorio:

Craig McDean
Craig McDean per Vogue

 

Arlinda è stata scelta come modella ed Elena si è occupata del make up sotto la supervisione della docente di Estetica. Ecco tutti i passaggi:

  1. Elena ha applicato un tris di correttori per correggere le imperfezioni del viso;
  2. In seguito, ha steso con il pennello un fondotinta porcellana;
  3. Poi ha applicato la cipria e un blush sulle guance sui toni del marrone;
  4. Le sopracciglia sono state definite in modo molto marcato usando una matita nera.
  5. Anche agli occhi è stata data maggiore definizione con una matita nera, stesa anche nella rima interna dell’occhio, rendendo lo sguardo profondo;
  6. Un tocco intenso di mascara  e il rossetto rosso hanno completato l’opera.

 

In laboratorio, Arlinda è stata acconciata sotto la supervisione della docente Chiara Fuduli:Dopo uno shampoo accurato con applicazione della maschera, i capelli di Arlinda sono stati acconciati con una piega liscia utilizzando la piastra per accentuare l’effetto. Infine sono stati lucidati con uno spray apposito per accrescere l’effetto brillantezza. Ecco come appariva Arlinda prima del make up viso e dell’acconciatura.

PRIMA
Arlinda PRIMA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ed ecco invece Arlinda nella versione definitiva:

Foto di Irene Vivarelli
Arlinda nella prova di copertina. Cosa ne pensi? Lasciaci un commento!

Comunicare per immagini: step 3

La terza prova del modulo di Educazione all’immagine prevedeva la realizzazione di una serie di fotografie che rappresentassero lo stesso soggetto ma in diverse condizioni di luce. L’operazione ha richiesto un po’ di pazienza e pianificazione, ma ci sono stati ottimi risultati! Ecco alcune immagini….

Il parcheggio davanti a casa di Natasha, le prime ore del mattino
Il parcheggio davanti a casa di Natasha, le prime ore del mattino

 

 

 

 

 

Lo stesso parcheggio qualche ora più tardi
Lo stesso parcheggio qualche ora più tardi

 

 

Il parcheggio al crepuscolo
Il parcheggio al crepuscolo
Il parcheggio la sera tardi
Il parcheggio la sera tardi

 

Comunicare per immagini: step 2

Per il secondo step della prova di Educazione all’immagine abbiamo dovuto portare in classe alcuni scatti in cui la luce avesse un ruolo di primaria importanza. Ecco alcune fotografie di Elvira! Nella prima un galeone proietta la sua ombra sul muro, nella seconda la luce illumina le foglie autunnali degli alberi, nella terza il panorama da casa di Elvira è rischiarato per metà dalla luce del primo mattino.

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Oggi si fa poesia! “L’ode della gelosia” di Saffo

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La celebre poetessa Saffo.

In questi giorni, nelle ore di storia stiamo affrontando lo studio dell’Antica Grecia. Per questo la nostra professoressa di Lettere ha letto in classe la celebre “Ode della gelosia” della poetessa Saffo. Dopo averne svolto la parafrasi, ognuna di noi si è divertita a creare la sua interpretazione. Qui di seguito puoi leggere la versione di Camilla, di Prima triennale.

 

“Quell’uomo davanti a te ha la bellezza di un dio.

Sta accanto a te, sente la tua voce dolce, odora il tuo magnifico profumo

e osserva pieno d’amore il tuo sorriso.

Oh, a me batte forte il cuore, vorrei averti accanto a me, ma ho molta paura.

Ti scorgo un attimo, ti vedo da lontano e mi sento morire.

La voce se ne va, il battito del mio cuore

aumenta appena i miei occhi ti osservano,

la voce come per magia se ne va; la lingua resta lì, immobile,

mi tremano le gambe e dentro al mio corpo ogni organo si attorciglia

per la gelosia che sto provando.

Mentre osservo la tua bellezza un brivido mi trapassa il corpo,

è caldo ma molto veloce e a un certo punto non capisco più nulla.

Inizio a sudare, il mio corpo non collabora

con il mio cervello. Mi manchi, ti vedo

da lontano e mi tornano alla mente tutti i ricordi.

La gelosia mi assale, l’erba è meno verde dei miei occhi in questo momento,

e mi sembra la morte mi assalga.

Ma nel mio cuore lo so, e lo sai anche tu,

io sarò eternamente tua e tu sarai eternamente mia.”

Camilla

 

 

 

 

“Acqua e riciclo a regola d’arte”: il nostro progetto!

Per il progetto “Acqua e riciclo a regola d’arte”, Fabbriche aperte di Coca Cola HBC Italia, noi ragazze di seconda triennale abbiamo scelto di comunicare e diffondere il valore dell’acqua e l’importanza del suo riciclo utilizzando conoscenze trasversali.  Ispirate dal concetto per il quale le parole possiedono una propria fisicità, abbiamo scelto alcune poesie di autori italiani e stranieri che costituiscono parte essenziale del patrimonio culturale e artistico. All’interno delle opere selezionate, abbiamo individuato versi di particolare bellezza e armonia in cui fosse esaltata l’acqua nelle sue diverse forme. Attraverso il riciclo di versi poetici che vedono l’acqua come protagonista, abbiamo composto una nuova poesia bilingue, in cui i versi in italiano e in inglese vanno a incastonarsi completandosi a vicenda ed enfatizzando il messaggio: l’acqua è vita e accompagna l’uomo nel suo percorso sulla Terra. Il passo successivo è stato la raccolta di brevi video in cui ognuna di noi ha espresso il suo rapporto con l’acqua. Durante una gita al mare organizzata dalla scuola, abbiamo portato in scena la poesia  improvvisando la recitazione con materiali trovati sulla spiaggia. La prova si è conclusa con il montaggio dei diversi video, fino alla creazione di un divertente cortometraggio. ENJOY!

Comunicare per immagini

Quest’anno noi di terza triennale abbiamo partecipato a un progetto interessante e divertente. L’insegnante di Lettere, dopo aver spiegato il funzionamento della camera oscura e aver raccontato un po’ di storia della fotografia, ci ha guidato alla lettura e interpretazione di immagini di fotografi famosi, come questa:

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Luigi Ghirri, Lido di Spina

 

Dopo aver analizzato il concetto di struttura e geometria di un’inquadratura  e aver visto in aula alcune tipologie di racconto per immagini, abbiamo affrontato il primo step della prova.

Si trattava di raccontare in cinque immagini-sequenza il nostro percorso da casa verso la scuola. Natasha  racconta qui di seguito la sua storia:

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Foto numero 1. La pianta che osservo ogni mattina quando esco da casa.
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Foto numero 2. Salgo sull’autobus.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Foto numero 3. Un ragazzo siede vicino a me.
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Foto numero 4. Sono nati i fiori della pianta grassa che osservo ogni mattina quando scendo dall’autobus.

 

 

 

 

 

 

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Foto numero 5. Sono arrivata a scuola. Questi sono gli edifici intorno, compreso il bar in cui ogni tanto faccio colazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nel prossimo articolo vedrai come abbiamo affrontato gli step successivi,  seguici!  A presto!

 

 

 

 

 

Beauty Icons: Audrey Hepburn

Prosegue l’appuntamento con Beauty Icons, la storia delle star che hanno lasciato un segno evidente sulla moda e il costume. Oggi vediamo insieme Audrey Hepburn, il cui nome è diventato sinonimo di raffinatezza ed eleganza.

di Chiara Pucciarelli

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